8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

COME VINCERE LA TIMIDEZZA

metodo per vincere la timidezza

La timidezza è una delle caratteristiche della personalità che caratterizza in modo diverso il comportamento di tutti gli uomini improntato ad esitazione, ritrosia, impaccio. All'esasperazione si può manifestare come una paura sociale con veri attacchi di panico, conseguenti ad un profondo senso di inadeguatezza nei rapporti con gli altri. E’ un aspetto normale della personalità che riguarda la maggior parte delle persone. Secondo le statistiche, in Giappone il 60% delle persone si dichiarano timide, negli Stati Uniti il 40% ed in Israele invece solo il 27%. Ma tutti provano timidezza!

Quando ci si sente in imbarazzo ed un po’ impacciati verso gli altri oppure verso le situazione, non bisogna vergognarsene, perché non è sempre necessario mostrarsi spigliati ed estroversi, anche se va dato atto che in alcune situazioni la timidezza rischia di precludere alcune opportunità importanti. Non mettersi mai in gioco non va bene. Secondo alcuni la timidezza non va necessariamente vinta. Guai a farlo perché è un dono rarissimo, meglio della spregiudicatezza, che può anche rendere attraenti. Chi è schivo, chi arrossisce, chi abbassa lo sguardo può anche conquistare gli altri facilmente per la loro naturalezza, perché diventa una vera forza. Altri dicono che se intanto si vuole vincere la timidezza bisogna fregarsene del giudizio altrui e rendersi conto che spesso quelli che sembrano molto sicuri, sono anche ridicoli. Purtroppo è vero che viene fuori proprio nei momenti meno opportuni e ti blocca, proprio quando devi esprimere il tuo punto di vista, quando devi parlare in pubblico, quando devi far capire all'altro le tue ragioni, quando ti trovi davanti a persone che conosci o che non conosci ma, che ti mettono in soggezione. In determinate situazioni la timidezza rischia di frenare tutto. Non serve a nulla spaventarsi ma diventa utile prendere consapevolezza che non si tratta di un difetto e che comunque è correggibile, è un atteggiamento si può migliorare. 
In effetti per ognuno di noi vale la teoria che siamo quello che diventiamo a seguito di tutte le pressioni esterne ambientali alle quali siamo sottoposti a partire dai nostri genitori per continuare con tutto il resto. Pensiamo che l’homo primitivo aveva tutti gli strumenti, la configurazione e la distribuzione di tratti perfetti per vivere da nomade. Una volta stretti i forti legami sociali, è cambiato, anche per motivi di sicurezza in quanto la maggior parte degli uomini non intrattiene volentieri rapporti amichevoli con estranei volendo preservare una certa tranquillità interna alla cerchia. Questo ragionamento per far comprendere l’importanza del condizionamento sociale che può indurre alla timidezza che è una tendenza comportamentale ed emotiva comune a molte persone. La persona timida tende ad evitare una data situazione che prevedere come difficile. Non è altro che una strategia basica ed istintiva difensiva come tante altre. Molto dipende dai contesti infatti, una persona potrebbe essere timida in particolari circostanze e invece mostrarsi del tutto spigliata in altre. Ognuno di noi ha delle tendenze verso un determinato atteggiamento, che si esprime, a seguito delle pressioni esterne, sin dall'infanzia, ma che poi si possono modellare e trasformare in seguito, come frutto di varie esperienze. 
E’ proprio lo stesso individuo che se viene etichettato come timido sarà naturalmente condizionato a sentirsi tale facendo della timidezza la propria caratteristica. E’ opportuno dire pure che la timidezza è una parte caratteriale, e di per sé non è connessa all'autostima, seppure può essere indicativa nel parere degli altri. Le persone molto timide, però, facendo fatica a relazionarsi con gli altri e ad affrontare contesti sociali, restando in disparte rispetto a situazioni pubbliche, possono tendere a sviluppare idee di sé stessi non del tutto positive, con la conseguenza di sviluppare una stima di sé non alta. Non è una regola fissa ma ci sono persone timide che, riconoscendo la timidezza come un proprio tratto distintivo, non la considerano uno svantaggio ma anzi la sfruttano al meglio insieme ad altre qualità che possiedono e quindi riescono a mantenere un'autostima molto alta. Di solito l’essere timidi dipende dalle insicurezze esistenti. Ci sono alcune situazioni nelle quali ci si sente più sicuri di noi stessi, ed in questi casi si comprende che non si mostra timidezza, mentre al contrario no. In questo meccanismo gioca un ruolo fondamentale l’idea che si ha di se stessi nonché la percezione delle stesse capacità in relazione al contesto. Di fatti esistono persone più estroverse e altre meno, la timidezza è un limite perché spesso si vorrebbe parlare, dire la propria fare un intervento, salutare un conoscente, ma si prova imbarazzo. 
E’ una cosa ben diversa dal non voler fare. Ci sono persone introverse di carattere perché non desiderano avere molti rapporti sociali e non vi è nulla di male, mentre al contrario la timidezza è un voler agire senza di fatto farlo, un limite posto dall'inadeguatezza. Spesso chi è timido  ha anche una bassa considerazione di se stesso. Chi vive questi disagi rischia di perdere delle opportunità per sperimentarsi in nuove situazioni o in quelle situazioni che si ritengono difficili, mentre in realtà potrebbero essere appaganti ed anche divertenti. Un’altra conseguenza dell’essere timidi è l’effetto che la timidezza riporta verso gli altri con cui si è in relazione. Il rischio è di non riuscire a farsi conoscere fino infondo, con tutti i pro e i contro, per quello che si è. Poiché ogni medaglia ha il suo rovescio anche l’essere timido ha i suo vantaggi in quanto protegge dalle situazioni che provocano ansia. La timidezza in questo caso è da intendersi come un freno tirato, che potrebbe far entrare nella situazione gradualmente, piuttosto che essere buttati dentro. Il discorso è complesso ma coinvolge forse un po’ tutti. Chi non ha mai pensato almeno una volta nella sua vita di aver sbagliato a non aver fatto questo o quello, di non aver approfittato della situazione presentatasi? E allora i rimpianti. Se fossi stato brillante, estroverso e sicuro le cose sarebbero andate diversamente. A certi purtroppo questo capita di pensarlo troppo spesso. 
Le persone si sentono sempre fuori luogo e fuori tempo, e rimangono in silenzio senza riuscire ad esprimere la loro opinione per paura di sbagliare e di essere giudicati male dagli altri. Chi è timido s’imprigiona da solo, e rimane lì a sentirsi inadeguato e limitato, in sordina ad osservare gli altri. Invece il mio consiglio è quello di guardarsi bene intorno con attenzione perché nessuno è perfetto e tutti fanno i conti ogni giorno con le loro fragilità. Forse in certi casi è più corretto tornare un po' bambino e non temere le reazioni degli altri, anche quelle inaspettate. A me quando ero piccolo hanno insegnato che l’unica domanda stupida è quella non fatta.

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