Se non hai un buon rapporto con il cibo,
ti senti anche a disagio con il tuo corpo oppure litighi con le tue vere
emozioni, oggi c'è il Mindfoodness. E' stato studiato questo innovativo
programma utile per fare pace con la bilancia e con il tuo corpo. Ritrovare la
forma fisica. L’inventore di questo programma è il dottor Emanuel Mian
psicologo e psicoterapeuta.
Le recenti ricerche hanno dimostrato come
un’alimentazione disturbata rappresenti una reazione umana e naturale allo
stress ed un tentativo vano per regolare gli aspetti scomodi e negativi della
vita quotidiana, che portano inesorabilmente a mangiare in modo compulsivo
oppure a mangiare poco o niente. In ogni caso a fare qualcosa di sbagliato. Per
riuscire nell'intento è necessario prima lavorare su se stessi e le eventuali
problematiche, dopo ci si può affacciare efficacemente al problema. Il percorso
non molto facile da attuare racchiude in se due pratiche che insegnano a
diventare veramente consapevoli di quello che accade, mentre si fa qualcosa, in
particolare il mangiare e quindi per costruire una relazione equilibrata con se
stessi, il cibo e il proprio corpo. Per garantirsi un successo nel percorso è
necessario innanzitutto comprendere che il cibo deve essere considerato
esclusivamente come nutrimento del corpo, cioè come qualcosa che mangiamo
perché contiene le sostanze necessarie al nostro organismo per vivere e
svolgere tutte le attività. Non dobbiamo quindi idealizzare o demonizzare
determinati cibi, perché non esistono alimenti buoni e alimenti cattivi, ma
solo abitudini che consentono oppure no al nostro corpo, di rimanere in forma e
di farci sentire bene con noi stessi.
Per cambiare il nostro rapporto sbagliato
con il cibo dobbiamo non eliminare o sostituire i cattivi cibi, ma eliminare o
sostituire le cattive abitudini alimentari, con altre abitudini nuove e
correte. Ma fino a qui non abbiamo ancora detto niente di concreto. Un primo
fattore importante è quello psicologico quella della nostra mente che ci tira
dei tranelli ai quali spesso soccombiamo. Spesso accade che vogliamo
concretamente intraprendere un cambiamento, ma in molti casi la nostra testa
rema contro. Ad esempio sottolineando ancora una volta il ruolo del cibo, se da
una parte volgiamo dimagrire per essere in forma, dall'altra la nostra testa
ci dice anche che dobbiamo dare priorità al pensiero di sopravvivere e provare
e ricercare il piacere, facendoci così abbandonare sul nascere il progetto di
metterci a dieta. Annulliamo le nostre stesse intenzioni con lo scopo di evitarci
emozioni ancora più spiacevoli, come l’ansia o la depressione per l’eventuale
fallimento del progetto. In quel caso il risultato che otteniamo è quello
di limitare fortemente le nostre possibilità di riuscita contro la nostra
volontà, inconsapevoli di fatto di ciò che abbiamo deciso nel nostro io.
Secondo l’ideatore del programma invece, il tutto è abbastanza facile da
attuare. Sono previsti una serie di esercizi divisi in 3 step, da affrontare
uno dopo l’altro.
Nel primo, Mind, bisogna attuare le strategie per sfuggire al condizionamento
negativo della mente. Nel secondo, Food, bisogna accettare i consigli su come
abbandonare le abitudini sbagliate a tavola ed osservarci mentre mangiamo,
accettare di uscire a cena con gli altri senza sentirsi a disagio. Nel terzo,
Ness, considerare un suffisso che indica una condizione, una qualità, uno
stato, aiuto ad allenare e sviluppare le capacità di gestire le emozioni.
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PRIMO
E’ necessario cercare di essere prima di
tutto compassionevole con noi stessi quando ci sembra o ci accorgiamo di avere
sbagliato. Il modo in cui ci consideriamo è fondamentale e modifica la
prospettiva con cui vediamo le cose e quindi anche i comportamenti che
assumiamo per affrontare tutte le situazioni, le incertezze e le scelte di vita.
Esercitiamoci ogni giorno a farci almeno un complimento per come siamo, per
quello che pensiamo, per come abbiamo agito. Portiamo con noi un foglio e una
penna e annotiamo quante volte, durante il giorno, ci trattiamo bene e quante
male. Alla sera potremo vedere quanto siamo stati trattati bene. Quindi
concentriamoci su quello che pensiamo e sull'emozione che proviamo quando ci
rivolgiamo a noi stessi.
SECONDO
Una delle regole base della mindfoodness è
quella di fermarsi e notare cosa accade mentre accade, senza prendere alcuna
decisione o dare un giudizio. Molto spesso è proprio il rapporto non utile con
il cibo a non permetterci di rimanere presente. Quando siamo a tavola cerchiamo
di fare attenzione a come e perché mangiamo. Maggiore consapevolezza raggiungiamo,
più riusciremo a controllare positivamente quanto, con cosa e perché mangiamo.
TERZO
Così facendo cambiamo già il modo di
percepire e soprattutto l’atteggiamento. Poi proviamo a pensare ad una
situazione in cui ci troviamo, ma facciamolo come se non ci riguardasse,
pensiamo come se fosse una sfida proposta da un amico, una persona alla quale
vogliamo molto bene e per la quale desideriamo solo il meglio.
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