IL RICORDO DI KAHLIL GIBRAN

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Ordina le poesie di Kahlil Gibran Clicca qui Kahlil Gibran è stato un poeta libanese naturalizzato statunitense, nato a New York l’11 aprile 1931. Visto inizialmente come uno scrittore visionario perché le sue parole erano quelle di un profeta, capaci di forgiare le menti e imprimersi indelebili nelle coscienze.  Dall’indole solitaria e riflessiva, il poeta ha parlato del costante fluire dell’acqua, del ciclo della vita e del movimento degli astri tramutando il simbolismo naturale in una realtà effettiva dalla quale trarre preziosi insegnamenti. Le sue opere furono distribuite ben oltre il suo paese d'origine e i suoi scritti divennero famosi anche perché considerati da molti come "perle di saggezza", nonché punti di riferimento mistici. Il suo libro più celebre è stato “Il profeta” pubblicato nel 1923. Un volume peculiare, unico nel suo genere, composto di ventisei saggi scritti sotto forma di poesia. Gibran, in molti dei suoi componimenti, descrive la realtà e il mondo

CHE COSA E' IL MINDFOODNESS

food ness

Se non hai un buon rapporto con il cibo, ti senti anche a disagio con il tuo corpo oppure litighi con le tue vere emozioni, oggi c'è il Mindfoodness. E' stato studiato questo innovativo programma utile per fare pace con la bilancia e con il tuo corpo. Ritrovare la forma fisica. L’inventore di questo programma è il dottor Emanuel Mian psicologo e psicoterapeuta. 

Le recenti ricerche hanno dimostrato come un’alimentazione disturbata rappresenti una reazione umana e naturale allo stress ed un tentativo vano per regolare gli aspetti scomodi e negativi della vita quotidiana, che portano inesorabilmente a mangiare in modo compulsivo oppure a mangiare poco o niente. In ogni caso a fare qualcosa di sbagliato. Per riuscire nell'intento è necessario prima lavorare su se stessi e le eventuali problematiche, dopo ci si può affacciare efficacemente al problema. Il percorso non molto facile da attuare racchiude in se due pratiche che insegnano a diventare veramente consapevoli di quello che accade, mentre si fa qualcosa, in particolare il mangiare e quindi per costruire una relazione equilibrata con se stessi, il cibo e il proprio corpo. Per garantirsi un successo nel percorso è necessario innanzitutto comprendere che il cibo deve essere considerato esclusivamente come nutrimento del corpo, cioè come qualcosa che mangiamo perché contiene le sostanze necessarie al nostro organismo per vivere e svolgere tutte le attività. Non dobbiamo quindi idealizzare o demonizzare determinati cibi, perché non esistono alimenti buoni e alimenti cattivi, ma solo abitudini che consentono oppure no al nostro corpo, di rimanere in forma e di farci sentire bene con noi stessi. 
Per cambiare il nostro rapporto sbagliato con il cibo dobbiamo non eliminare o sostituire i cattivi cibi, ma eliminare o sostituire le cattive abitudini alimentari, con altre abitudini nuove e correte. Ma fino a qui non abbiamo ancora detto niente di concreto. Un primo fattore importante è quello psicologico quella della nostra mente che ci tira dei tranelli ai quali spesso soccombiamo. Spesso accade che vogliamo concretamente intraprendere un cambiamento, ma in molti casi la nostra testa rema contro. Ad esempio sottolineando ancora una volta il ruolo del cibo, se da una parte volgiamo dimagrire per essere in forma, dall'altra la nostra testa ci dice anche che dobbiamo dare priorità al pensiero di sopravvivere e provare e ricercare il piacere, facendoci così abbandonare sul nascere il progetto di metterci a dieta. Annulliamo le nostre stesse intenzioni con lo scopo di evitarci emozioni ancora più spiacevoli, come l’ansia o la depressione per l’eventuale fallimento del progetto. In quel caso il risultato che otteniamo è quello di limitare fortemente le nostre possibilità di riuscita contro la nostra volontà, inconsapevoli di fatto di ciò che abbiamo deciso nel nostro io. Secondo l’ideatore del programma invece, il tutto è abbastanza facile da attuare. Sono previsti una serie di esercizi divisi in 3 step, da affrontare uno dopo l’altro. 
Nel primo, Mind, bisogna attuare le strategie per sfuggire al condizionamento negativo della mente. Nel secondo, Food, bisogna accettare i consigli su come abbandonare le abitudini sbagliate a tavola ed osservarci mentre mangiamo, accettare di uscire a cena con gli altri senza sentirsi a disagio. Nel terzo, Ness, considerare un suffisso che indica una condizione, una qualità, uno stato, aiuto ad allenare e sviluppare le capacità di gestire le emozioni.

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PRIMO
E’ necessario cercare di essere prima di tutto compassionevole con noi stessi quando ci sembra o ci accorgiamo di avere sbagliato. Il modo in cui ci consideriamo è fondamentale e modifica la prospettiva con cui vediamo le cose e quindi anche i comportamenti che assumiamo per affrontare tutte le situazioni, le incertezze e le scelte di vita. Esercitiamoci ogni giorno a farci almeno un complimento per come siamo, per quello che pensiamo, per come abbiamo agito. Portiamo con noi un foglio e una penna e annotiamo quante volte, durante il giorno, ci trattiamo bene e quante male. Alla sera potremo vedere quanto siamo stati trattati bene. Quindi concentriamoci su quello che pensiamo e sull'emozione che proviamo quando ci rivolgiamo a noi stessi.
SECONDO
Una delle regole base della mindfoodness è quella di fermarsi e notare cosa accade mentre accade, senza prendere alcuna decisione o dare un giudizio. Molto spesso è proprio il rapporto non utile con il cibo a non permetterci di rimanere presente. Quando siamo a tavola cerchiamo di fare attenzione a come e perché mangiamo. Maggiore consapevolezza raggiungiamo, più riusciremo a controllare positivamente quanto, con cosa e perché mangiamo.
TERZO
Così facendo cambiamo già il modo di percepire e soprattutto l’atteggiamento. Poi proviamo a pensare ad una situazione in cui ci troviamo, ma facciamolo come se non ci riguardasse, pensiamo come se fosse una sfida proposta da un amico, una persona alla quale vogliamo molto bene e per la quale desideriamo solo il meglio.

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