8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

CASTRAZIONE CHIMICA CONTRO STUPRATORI E PEDOFILI

castrazione chimica e normativa

La castrazione chimica è un tipo di trattamento farmacologico, solitamente non definitivo, provocato da farmaci a base di ormoni, finalizzato alla riduzione della libido dell’attività sessuale. E’ stata principalmente studiata e sviluppata come una misura temporanea preventiva contro gli stupratori e pedofili e da applicare altresì come parte di pena per coloro che fossero riconosciuti colpevoli di reati a sfondo sessuale. Attualmente è stata messa in esecuzione in diversi paesi. 

In molti paesi la legislazione prevede che lo stesso pedofilo, riconosciuto colpevole, possa richiedere volontariamente la castrazione chimica, ottenendo sconti di pena. Per il momento non è in vigore in Italia. Di fatti la castrazione chimica consiste nel ridurre il livello di testosterone, cioè, ridurre l'efficenza dell’ormone che in qualche modo esprime il desiderio sessuale, generalmente quello del maschio. Questo tipo di percorso si può eseguire con l’utilizzo di farmaci androgeni che remano contro il testosterone, farmaci come ad esempio il cipoterone acetato, oppure altre sostanze chimiche che inibiscono in qualche modo il testosterone. La preferenza clinica di esecuzione è quella di agire sui tessuti intramuscolari, per controllare meglio l’efficacia della terapia, che comunque non si sviluppa in una sola somministrazione, ma va continuata nel tempo come per altre terapie. Quindi può avvenire con trattamenti eseguiti periodicamente, generalmente una volta alla settimana, una volta al mese, oppure una volta ogni tre mesi, a seconda degli schemi clinici di terapia adottata. Ci sono anche degli effetti collaterali, in questo tipo di trattamento, tanto è vero che esistono paesi come la Germania o la Finlandia che seppure l’adottano come sistema preventivo, lo adottano solo negli uomini più anziani, mentre negli uomini più giovani l’utilizzo di questo tipo di terapia è molto contenuto in quanto si tratta di una terapia che, se va prolungata nel tempo, può portare ad una concreta riduzione del testicolo e quindi, di conseguenza può provocare gravi ripercussione alla fertilità. Per questo motivo non è invece contenuto il sistema preventivo della castrazione chimica negli uomini 50enni o 60enni. 
Purtroppo la violenza sessuale è un problema serio di incolumità pubblica che non trova freno con la sola pena carceraria, in quanto coloro che ne sono pure colpiti, non riescono a trovare un freno e rinunciare al desiderio, in quanto sono invasi da pensieri ossessivi che non vengono scacciati in alcun modo. In Italia, il ministro Salvini, ha sostenuto in data 30 settembre 2018, con una dichiarazione che trova il mio personale favore, che: “Per curare questi infami stupratori confermo l’opportunità della castrazione chimica”. Secondo il parere di una buona parte degli italiani coloro che venissero condannati per questi tipi di reato dovrebbero essere sottoposti alla castrazione chimica, non solo come pena per il reato commesso, quanto anche per preservare un diritto dell’incolumità pubblica che è molto importante. Non sono casi isolati e singolari quelli di uomini stranieri o italiani che sul territorio nazionale hanno consumato una violenza sessuale, e poi, una volta condannati hanno scontato una breve o media pena, e dopo essere stati rilasciati, sono tornati nuovamente a commettere gli stessi reati, con le medesime brutalità, in alcuni casi anche nei confronti di donne anziane. Per questo io sono d’accordo con quello che è uno dei cavalli di battaglia della Lega, che sostiene fortemente che in un paese normale e civile uno che stupra una donna, oppure mette le mani addosso ad un bambino, non deve poterlo rifare una seconda volta. 
Per il momento la proposta di legge presentata per includere il trattamento farmacologico della castrazione chimica nei casi di pedofilia o di violenza sessuale, non ha trovato i necessari consensi. Ma speriamo bene! Altri, che hanno pareri diversi o contrari, sostengo che la castrazione chimica non serve a niente, infatti è utilizzata solo da pochi paesi che non sono per niente democratici. Affermano ancora che esistono tanti altri sistemi più efficaci che si possono adottare, come sviluppare centri appositi che si occupino di questo problema. Per me sono solo pagliativi!
L’esperienza già vissuta ci dimostra che pur mettendo la gente in galera non si riesce a fare l'adeguata prevenzione, in quanto evidentemente non è un deterrente efficace o funzionale. I contrari alla castrazione ritengono nel contempo che coloro che la promuovono, lo fanno solo per finalità elettorali additandolo quale subdolo slogan. La castrazione chimica nella parte europea è adottata solo dalla Russia, dalla Polonia e dalla Macedonia, se facciamo riferimento a quella forzata, mentre se consideriamo anche i paesi che la praticano anche su base volontaria troviamo la Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera, Francia, Belgio, Portogallo  e Regno Unito.  Anche gli Stati Uniti utilizzano la castrazione chimica, se vogliamo dare uno sguardo oltre oceano, come pure il Canada ed altri ancora. Il dibattito sulla castrazione chimica per chi commette atti di violenza sessuale o di pedofilia è da sempre un tema assai controverso. La cronaca recente ha fatto in modo che in Italia abbia preso piede una tesi predominante che è quelle del SI, che raccoglie un consenso pari quasi al l’80 % degli italiani. Il risultato del sondaggio di Eumetra evidenzia che ad essere particolarmente favorevoli, nel 79% dei casi, sono le donne, che sono i soggetti naturalmente più a rischio. 
Per quanto riguarda i partiti a sostegno della castrazione chimica, al primo posto vi è senza dubbio la Lega, che batte molto sul tema, nonostante come tutti sanno, è un tema non inserito nel Contratto di Governo stipulato con il Movimento 5 stelle. Il mio parere personale, trattandosi di una terapia che ha effetti temporali provvisori e non definitivi, è che sia un valido strumento per preservare l’incolumità degli altri, quelli innocenti, quelli per bene, quelli che meritano una indubbia importanza superiorie a quella dei delinquenti. E’ una pratica funzionale con la quale possiamo tutelare le vittime. E’ giusto non permettere ai carnefici di fare altre vittime, perché i carnefici nonostante le punizioni esistenti e note, non riescono, a causa del loro pensiero fisso, a rimanere inermi. Quella vocina che li spinge a mietere altre vittime ancora, è sempre più forte di loro e delle loro eventuali buone intenzioni. Ritengo che chi è contro, ha solo una serie di posizioni ideologiche e non concrete, spesso dettate da ideologie di opposizione politica. 
Ma allora come si può contrastare al meglio il problema? Oltretutto il problema oggi è ingigantito dalla grande incantesimo della rete. Oltre i classici educatori che praticano la pedofilia, vi sono altri spunti che prendono piede nel web dove i gli innominabili agiscono adottando profili infantili. In paesi più attenti come il Regno Unito i vigilanti della rete consentono l’emissione di circa 150 condanne l’anno. I sorveglianti si fingono bambini e adolescenti, mettono cuoricini ed innocenti smile nel profilo per attirare l’attenzione dei predatori che navigano sui sociale e nelle chat. A loro, gli esperti, si aggiungono anche volontari che si dedicano alla caccia dei pedofili fingendosi vittime inermi. Anche in Italia vi sono persone che si dedicano al pattugliamento della rete, raccogliendo l’apprezzamento degli indignati, bene consapevoli della sproporzionata entità del problema che sfugge al controllo delle forze di polizia, che in modo autonomo, non riescono a contrastare il problema. Persone ammirevoli che si fingono vittime del web ed adescano chattando per settimane o mesi con assoluta pazienza, finche il pedofilo parla esplicitamente di sesso e chiede il fatidico incontro. A quel punto i volontari hanno già eseguito un digital proiling e sono a conoscenza della sua identità e indirizzo. A quel punto viene organizzato l’appuntamento in un luogo pubblico per procedere poi all’arresto. Ma tutto questo non basta! 
Oggi è diventata una vera esigenza prioritaria dell’opinione pubblica non permettere che vengano stuprate altre donne o che vengano toccati bambini, i quali rimangono oltretutto traumatizzati per sempre. Una cosa tra le più oscene verità dell’attualità è consentire ancora una volta che i minori, che non possono difendersi, e che non hanno evidentemente le dovute tutele, in quanto spesso abbandonati socialmente, diventano vittime di questi abusi. I pegiori abusi.
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