8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

IL CONCETTO MODERNO DELLA VERITA’

il concetto moderno della verità

Come stabilire la verità? Il complesso concetto delle verità vuole una esatta conformità o coerenza ad una realtà obiettiva, ovvero ciò che è vero in senso assoluto. Nella storia filosofica la verità è stata concepita sia in una prospettiva ontologica, sia in una connessa al discorso umano. Nella prospettiva ontologica la verità è considerata come una proprietà intrinseca dell’essere; nell'altra prospettiva il concetto di verità è stato variamente elaborato. 

Negli ambiti di tutti i giorni facciamo riferimento ad essa: nei rapporti interpersonali, nella scienza, nella famiglia, nei tribunali. Eppure il concetto di verità è ambiguo, la verità stessa è sfuggente e ha cambiato valore col tempo. Nel tempo moderno, il comune modo di pensare appare interessato meno al problema della definizione e di più a quello dei criteri di verità. Quindi sembrerebbe generalmente sposato il pensiero di verità secondo il quale, la da per scontata e, la considerava secondaria rispetto al problema delle condizioni di validità della conoscenza, ma pian piano si va sostituendo con un modello in cui assurge a motivo centrale il tema della certezza, in quanto criterio che consente di riconoscere la verità indipendentemente da qualsivoglia pregiudizio, sulla base della sola ragione. Ma probabilmente nei nostri tempi il concetto di verità sembra essere destinato ad essere ghigliottinato. Forse non è una parola già morta ma ha difficoltà a sopravvivere, in quanto sembra che tutto si equivale e non esiste più alcun tipo di oggettività. E’ scomparso quel concetto di verità della filosofia moderna che fondava la propria oggettività su principi assoluti, interni o esterni. E’ diventato più semplice ritenere che è vero ciò che, considerando i limiti delle conoscenze medie e comuni, riteniamo plausibile o verosimile e accettabile, ovvero quello che sia più probabilmente vero, in questo momento. Una buona parte di lavoro in tutto ciò la fa la più comune e diffusa convinzione che un determinato fatto sia vero se lo credono in tanti. Come dire che se lo dicono tutti sarà necessariamente vero. Ma questo non è affatto vero. Fino a pochi anni fa era evidente che i media mentivano spudoratamente e tutto diventa un gioco di interpretazioni, non disinteressate e non necessariamente false, ma orientate secondo certi progetti, e certe aspettative a secondo delle scelte di chi decideva. 

Oggi, da quando i social hanno dato diritto di parola indistintamente a tutti, e per citare famose parole di un noto giornalista “con l’avvento dei social si è dato il via libera alla ribalta degli imbecilli”, la verità è diventata quella sposata dalla maggioranza, anche laddove è palesemente improbabile o addirittura impossibile. Io invece sono solitamente d’accordo con la minoranza, cioè quella parte di persone che decidono di pensare in modo autonomo ed essere dell’opinione di valutare senza seguire a ruota tutto ciò che dicono gli altri. 

Certo che le minoranze stanno scomparendo oppure già non esistono più e non hanno voce in capitolo, soprattutto da quando i social, con il loro finto mondo, hanno dato diritto di pensiero e di parola a tutti. Oggi non ci sono più opinioni e verità individuali, esistono solo verità di massa dove è la data la possibilità di farne parte oppure no. Se una cosa, pur chiaramente falsa, la dicono o la pensano in tanti, è vera, diventa ineccepibilmente la verità assoluta. Non è necessario neanche documentarsi per verificarla. E’ così! Tutti naturalmente sostengo che se la condividono così tante persone non è possibile che sia infondata, deve per forze essere vera. In realtà è solo il modo più comodo e poi nei frenetici tempi moderni chi ha il tempo di stare a verificare le migliaia di informazioni che ci passano, ogni giorno, davanti agli occhi, per mezzo dei cellulari. Diciamo che è vero punto e basta. Nell'affascinante rete pure una voce autorevole in un settore non ha valore se il pensiero comune sostiene il contrario. La voce di cento imbecilli vale molto più di quella di un saggio o di un competente. Oltretutto i social sono così schematici e come ho già detto puoi sposare o bocciare una verità, non puoi fare altro. Si può condividere o non condividere mettere un like o dislike. Purtroppo la rete richiede idee chiare e concise, non si può argomentare, ritrattare, anche perché chi leggerebbe. Tutto ciò fa si che la verità è solo una, ma quella di cui ne parla, quella della massa e di cui si sono convinti tutti. Più un concetto è sposato e votato più è vero. Nient’altro che il concetto di autorevolezza su cui si basa il web. Quindi puoi ammettere che una cosa è vera oppure no, non puoi azzardare a dire che una cosa è vera però vi è un ma o un forse. Faresti parte del niente.  
Eppure un tempo si diceva che spesso la verità stava nel mezzo e non tutta da una parte o dall'altra. Per non rimanere fuori devi accettare una verità e schierarti da una parte. Non puoi mantenere la saggezza di sapere che forse non sai. La verità è indiscutibilmente dettata dalla mostruosa numerazione di approvazioni della collettività. Questo è un concetto sbagliatissimo. Ribadisco con forza che le capacità di ragionare, elaborare e decidere di mille imbecilli non possono essere superiori a quelle di 3 persone che ne sanno e sono capaci. Gli imbecilli in questo caso sono solo più numerosi. Quindi dove è finita la verità? Non è più concesso avere dei propri pensieri e ricercare la verità in modo empirico e ragionato, oltre a ricercare l’obbiettività. Tutti hanno acquisito il diritto di dire la loro su ogni argomento e sentenziare ciò che è vero e ciò che non lo è. Tutti si sentono in dovere di prendere posizione e di farlo in modo netto e sbrigativo, seguendo tendenzialmente la massa. 
Pensiamo un attimo alle tragedie lette nelle pagine di cronaca a carico di alcuni adolescenti vittime di queste verità della rete. Teniamo presente che i giovani sono poi quelli più immersi e compromessi nella verità del web. E’ sufficiente che qualche adolescente con un pò di voce virtuale autorevole affermi di una sua compagna che questa si prostituisce, un  po’ di condivisioni favorevoli, una diffusione della notizie e la verità diventerà quella, anche se falsa. Riflettiamoci

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