IL RICORDO DI KAHLIL GIBRAN

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Ordina le poesie di Kahlil Gibran Clicca qui Kahlil Gibran è stato un poeta libanese naturalizzato statunitense, nato a New York l’11 aprile 1931. Visto inizialmente come uno scrittore visionario perché le sue parole erano quelle di un profeta, capaci di forgiare le menti e imprimersi indelebili nelle coscienze.  Dall’indole solitaria e riflessiva, il poeta ha parlato del costante fluire dell’acqua, del ciclo della vita e del movimento degli astri tramutando il simbolismo naturale in una realtà effettiva dalla quale trarre preziosi insegnamenti. Le sue opere furono distribuite ben oltre il suo paese d'origine e i suoi scritti divennero famosi anche perché considerati da molti come "perle di saggezza", nonché punti di riferimento mistici. Il suo libro più celebre è stato “Il profeta” pubblicato nel 1923. Un volume peculiare, unico nel suo genere, composto di ventisei saggi scritti sotto forma di poesia. Gibran, in molti dei suoi componimenti, descrive la realtà e il mondo

E’ MEGLIO LAVORARE DI MEMO

lavorare meno per il benessere

E’ una buona notizia per tutti, soprattutto per chi vuole approfittarne, il risultato di uno studio eseguito da The Lancet quale afferma che lavorare più di 55 ore alla settimana aumenta il rischio di malattie del cuore, quindi, meglio mantenersi al di sotto di questa preoccupante soglia. 

Lo hanno dimostrato gli esperti che esagerare con gli sforzi lavorativi si mette in crisi il corpo, la mente e anche le relazione con gli altri, che alla lunga ne risentono certamente in qualità. E’ necessario ridimensionare gli impegni profusi nel lavoro altrimenti vi è un serio pericolo di ritrovarsi immersi, per lo meno, in situazione di forte ansia, oltre a rapporti disastrati, una probabile separazione alle porte e figli che diventano sconosciuti. In ultima ratio ci si potrebbe anche ritrovare, in assurdo, licenziato e quindi senza più neanche il lavoro in quanto esagerare riduce la produttività, un po’ perché ci si ammala di più, ma anche perché a furia di tirare la corda il cervello brucia la sua parte più smart. Ci sono convinti stakanovisti che si alzano di buon ora per mettersi al lavoro quanto tutti dormono perché credono che il silenzio degli altri aiuta a concentrarsi meglio, ma il troppo lavoro non va bene, ogni tropo è sempre sbagliato. La testa a tratti vacilla, ci si ritrova pieni di stress come quelle persone che vanno in trans e dimenticano perfino i figli nell'auto parcheggiata. 
Tutto questo non è propriamente sano e diventa necessario darsi una regolata e pure in fretta. E’ stato scritto, nero su bianco, sullo studio di The Lancet secondo cui superare le 55 ore di lavoro alla settimana porta dritti dritti a correre grossi rischi di salute con certi problemi cardiaci che compromettono seriamente la salute, mica roba da poco. Purtroppo non è per nulla più produttivo, il superlavoro mette solo a dura prova il fisico e la mente. Inoltre se al fenomeno accostiamo le abitudini alimentari scorrette, il dormire poco, essere sempre sotto tensione, creiamo un brutto minestrone di problemi fisici che provocano problemi cardiovascolari, muscolo-scheletrici, favoriscono oltremodo anche il sovrappeso e i sintomi psicosomatici di malessere. Tutto ciò genera esaurimento emotivo, scarsa flessibilità mentale, e litigi nei rapporti relazionali.
Se ci rendiamo profondamente conto di tutto ciò è il caso di curare un po’ di più noi stessi e rallentare la marcia. E’ vero che la modernità è frenetica, che oggi la competitività è esagerata e che chi si ferma è perduto, ma seppure la vita va troppo veloce è il caso forse di scendere da quel treno sempre in corsa e prendersi cura di se stessi. E’ una qualcosa di difficile attuazione, è duro ma va fatto. Diventa necessario ascoltare certi consigli e adeguare il passo perché non c’è niente di meglio da fare. Vanno combattuti gli eccessivi sensi di colpa e di responsabilità che possono travolgere chiunque si immergere a tempo pieno e ricordarsi di essere anche se stessi con tutta la nostra semplicità. A volte lavorare ad oltranza può sembrare l’unico modo certo per riuscire in qualcosa, dovendo gestire tutto ed in ogni momento perché è l’unica strada percorribile, ma non è così. In certe realtà può erroneamente apparire che il modello del superlavoro è probabilmente quello da imitare perché, guardandosi attorno, si può vede chi con questo apparente giusto sistema, è riuscito nell'intento, ma a volte sono solo eccessi che sfociano nell'ostinazione, nella tendenza alla compulsiva, al perfezionismo ed alla scarsa autostima. Quindi è indubbiamente il modello sbagliato. Meglio un pò di sano riposo. 
CONSIGLI
  • al risveglio alzarsi dal letto con estrema calma, farsi la doccia, gustare una sana colazione, dedicare un po’ di tempo a se stessi;
  • trattare con amore il proprio corpo è il primo passo per scongiurare lo stress, senza eccedere nei perditempo per poi farraginare in tutta la casa in una folle corsa preparativa e propedeutica alla giornata lavorativa;
  • dove è possibile farsi aiutare nelle proprie attività e magari provare a delegare qualcuno, mettendo a riposo il perfezionismo, accontentandosi benevolmente di quello che sarà fatto per noi, anche se non svolto correttamente;
  • fare delle pause ogni 40 – 50 minuti, sgranchiendosi le gambe, facendo degli spuntini o anche per bere un caffè o dell’acqua;
  • ogni tanto fare dei respiri profondi quando ci si accorge di andare troppo di fretta e di esser travolti nell'ansia, per riprendere il controllo su se stessi;
  • provare a pensare una cosa alla volta e apprezzare quel che facciamo nel momento esatto in cui lo svolgiamo;
  • dopo una certa ora smettere comunque di svolgere l'attività lavorativa e fare qualcosa di piacevole da dedicare solo a noi stessi;
  • fare una vera e minima pausa pranzo, senza mangiare di frette davanti al computer o comunque mentre si lavora, perché se ci si riabitua alla frenesia, quando ci fermiamo, ci sembra di perdere tempo e siamo quindi punto e a capo;
  • imparare a dire di no ad altri impegni o attività perché bisogna imparare a controllare quella molla irresistibile di accettare quell’incarico;
  • conoscere veramente quelli che sono i propri limiti, perché tutti quanto li abbiamo e diventa doveroso saperli accettare;
  • ogni tanto è di aiuto incontrarsi con un amico o una persona cara solo per consumare una bevanda e scambiare quale parola, meglio se futile, solo per staccare la spina da tutto e tutti.

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