8 ORE DI CIBO E DIGIUNO INTERMITTENTE

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Acquisto Amazon consigliato   https://amzn.to/4afbdEV Mangiare per otto ore al giorno e poi digiuno intermittente praticato per più giorni alla settimana può diventare uno stile di vita che aiuta a stare meglio e a perdere peso. Dalla lunga ricerca eseguita ho capito che molti scienziati, dietologi e nutrizionisti sposano questa tesi.  Il digiuno intermittente è una definizione che comprende vari piani alimentari che alternano un periodo di digiuno ed un altro di alimentazione in un periodo ben definito. È al vaglio della ricerca scientifica per valutare se possa produrre una riduzione del peso corporeo paragonabile alla restrizione calorica a lungo termine. Una ricerca del 2018 sul digiuno intermittente in persone obese ha mostrato che ridurre l'introito calorico da uno a sei giorni a settimana, per almeno 12 settimane, è efficace nel ridurre il peso corporeo, in media di 7 chilogrammi. I risultati non erano diversi da una semplice restrizione calorica e gli studi clinici erano st

IL CONCETTO DI EMPATIA

empatia

L’empatia è la capacita di ognuno di noi di mettersi nei panni dell’altro, per comprenderne e condividere la sua condizione emotiva, sia che si tratti di gioia che di sofferenza. In effetti il concetto è molto semplice, ma in realtà rendersi conto  di ciò che sentono gli altri  senza che arrivino a dircelo e captare quindi il vero senso delle loro emozioni, è cosa assai difficile. Non è necessario aver attraversato le stesse esperienze per comprendere chi ci sta intorno, basta essere in grado di capire il significato nascosto dei messaggi verbali e non. Chi ci sta difronte, spesso, vuole trasmetterci inconsciamente qualcosa di più di quello che dice, e se possibile dobbiamo fare in modo che si senta compreso. In effetti non è affatto facile.


INTRODUZIONE
L'empatia è un concetto molto importante da conoscere perchè arricchisce la nostra esperienza ed umanità nel globale. Va intesa come elemento fondamentale che deve esistere nelle relazioni con gli altri, con il mondo e con tutto ciò che ci circonda. Nelle scienze umane, l’empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione del prossimo, escludendo ogni attitudine affettiva personale che possa essere di simpatia o antipatia verso gli altri. Questo punto deve essere ben chiaro. In questo contesto, sono fondamentali gli studi pionieristici di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione e sulla mimica delle emozioni, che affermano l’empatia sia una parte del corredo genetico di ognuno di noi.
Ne cominciano a parlare gli autori romantici tedeschi del XIX secolo, quali Herder e Novali, per descrivere l'esperienza di fusione dell'anima con la natura, esperienza dunque, dove esiste una sensibilità soggettiva e una realtà oggettiva. Successivamente il filosofo tedesco Theodor Lippis, nel saggio del 1906 "Empatia e godimento estetico", la definisce come una funzione psicologica fondamentale per l'esperienza estetica.  
Dovremmo fare uno sforzo per smettere di parlare ed ascoltare semplicemente con concentrazione quello che l’altro sta cercando di dirci con le sue parole, le sua gesta, gli atteggiamenti, con la mimica. Un lavoraccio. Capita a tutti di scoprirsi distratti mentre sta parlando qualcuno ed improvvisamente ti rendi conto che da un bel po’ non  lo stavi più ascoltando. Il dato curioso è che non tutti sono empatici alla stessa maniera.
STUDI E RICERCHE
I ricercatori delle Università del Michigan, di Chicago e dell’Indiana hanno eseguito un’analisi per capire se tutti i popoli di tutti i paesi del mondo hanno la stessa propensione a mettersi nei panni degli altri. Hanno dunque lanciato un sondaggio online in cui hanno valutato la capacità empatica dei popoli. La ricerca ha coinvolto oltre 104.000 partecipanti, provenienti da 63 Paesi diversi. Quello che ne è venuto fuori è che il livello di empatia dei partecipanti, in tutte le culture, era direttamente proporzionale al grado di autostima e di benessere soggettivo percepito. Inoltre l’empatia va associata ai tratti della personalità. I popoli dei paesi collettivisti mostravano livelli di empatia più elevati rispetto ai paesi individualisti. Il primo posto assoluto lo ha guadagnato l’Ecuador, seguito da Arabia Saudita, Perù, Danimarca, Emirati Arabi. L’Italia è risultata una nazione classificata tra le prime in Europa ma che comunque, nel complesso, non occupa i primi posti.
Per essere empatici bisogna migliorare nell'ascolto, quello fatto con attenzione, in modo che ci possiamo rendere conto delle difficoltà degli altri, che saranno portati ad aprirci il loro cuore e rivelarci i loro sentimenti. Bisogna sforzarsi di immaginare l’angoscia che sta sperimentando una  persona in un momento, per aiutarla piuttosto che giudicarla.
IN PSICOLOGIA
E’ stato Lipps ad introdurre nel novecento la dimensione dell’empatia in materia psicologica. Lui parla di partecipazione profonda all'esperienza di un altro essere, introducendo così il tema dell’alterità, che verrà poi ripreso dalla scuola fenomenologica. Per Lipps scrutare con attenzione i movimenti compiuti dagli altri può suscitare in noi lo stesso stato d’animo che è alla base del movimento osservato. Questo mi pare sembra proprio veritiero e tuttavia questo stato non viene percepito come una propria esperienza, ma viene proiettato sull'altro; si tratta di empatia  come partecipazione o imitazione.
TRE ASPETTI
L’empatia è stata oggetto di diverse modalità di studi, nei quali sono stati sovrapposti diversi aspetti dai quali si può schematicamente riassumere che:
  • aggiunge la condivisione e la preoccupazione;
  • comporta l’uso di abilità cognitive ma è focalizzato soprattutto sugli affetti;
  • è una reazione affettiva che comporta la condivisione di uno stato emotivo con l’altro;
  • è la capacità cognitiva di immaginare la prospettiva altrui;
  • è una capacità di mantenere in modo stabile una distinzione sé-altro.
CONCLUSIONI
Può essere considerata come una forma di conoscenza, ma anche come un processo cognitivo, un’abilità che può essere praticata, allenata, e in cui si può diventare esperti. Se vogliamo fare qualche riflessione, possiamo dire che è una necessità, un bisogno primario nelle relazioni. E' auspicabile che il proseguo delle ricerche sui meccanismi dell'empatia trovi un riscontro reale nel mondo.
Le persone che hanno la capacità profonda di comprendere che, vi è sempre differenza nei modi di vedere le cose, sono quelle poi capaci di valorizzare gli altri ed esprimere verbalmente il bene che c’è in loro. Questa è l’empatia.
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